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Quali sono i vostri obiettivi?


 

Sembra semplice questa domanda, eh?

E invece molti fotografi con cui parlo non sanno rispondere. Perciò vi rifaccio la domanda:

Quali sono i vostri obiettivi fotografici? No, non mi riferisco alle lenti!

Ma io scatto solo qualche foto nei fine settimana. Devo avere degli obiettivi anch’io?

 

Separiamo i fotografi in tre categorie:

o    I professionisti: hanno bisogno di porsi degli obiettivi. E tanti: obiettivi di business (vendite, profitti, clienti, costi…), di qualità (finire i lavori nei tempi previsti, soddisfare i clienti, fornire stampe di livello elevato…), personali (imparare nuove tecniche, nuove tecnologie, migliorare l’analisi visuale…). Non avere obiettivi significa andare a caso, non potersi valutare e non capire se si sta migliorando o no;

o    Amatori (evoluti o meno): hanno un altro lavoro, ma amano fotografare. Hanno un ottimo equipaggiamento e più di qualcuno vorrebbe diventare un professionista. Comunque tutti gli amatori vogliono stupire i loro amici con stampe di livello elevato, fotografare eventi familiari e distribuire le foto ai partecipanti. Anche loro hanno bisogno di obiettivi e il primo è (ricordate che hanno un lavoro e la fotografia è solo un hobby per il quale hanno poco tempo): passare tre ore a settimana a fare foto ed elaborarle. Poi si aggiungono obiettivi specifici come: imparare Lightroom, partecipare ad un workshop…

o    Lo scattino della domenica: no, lui no, lui non ha bisogno di obiettivi. E invece si! Lo scattino documenta i viaggi, le occasioni sociali (feste, compleanni…) e il suo obiettivo è condividere tali scatti. Allora ci sono una serie di cosa da comprendere: chi vedrà le foto? Quando? Dove? Come? Questo vale anche se lo scattino è l’unico a guardare le sue foto. Visto qual è l’obiettivo, una risposta può essere la creazione di fotoalbum, slideshow, mandare le foto per e-mail ai partecipanti.

 

I miei obiettivi

 

Lasciate che vi dica i miei obiettivi per il 2008: scattare due foto che potrò stampare in 33x48 cm (A3+) e vendere in almeno 20 unità.

o    scattare due foto;

o    scattare due foto che posso stampare 33x48 cm con le tecnologie di stampa attuali;

o    scattare due foto che posso stampare 33x48 cm con le tecnologie di stampa attuali e che 20 persone troveranno talmente belle che pagheranno per averle;

o    scattare due foto che posso stampare 33x48 cm con le tecnologie di stampa attuali e che 20 persone troveranno talmente belle che pagheranno per averle e io potrò dire che rappresentano il mio meglio ad oggi.

Che cosa notate nelle risposte?  Che ognuna è costruita sulla precedente aggiungendo qualcosa di più specifico e misurabile.

o    Ho scattato due foto che ho trasformato in stampe? La risposta è si o no. Fare due foto è semplice, bastano pochi decimi di secondo ma, ed è un grosso ma, sono immagini che superano la mia analisi tecnica ed estetica e posso stampare 33x48 cm?

o    Ho venduto 20 copie? Ancora una risposta si o no. Qui dobbiamo considerare anche altre variabili. Potrei proporre dei prezzi talmente bassi che le 20 copie andrebbero via in un attimo. Oppure talmente alti che ne venderei molte meno di 20.

o    Posso dire che sono il meglio che ho fatto finora? Questo è un giudizio soggettivo e dipende solo da me e da quanto critico sono. Chi mi conosce sa quanto inseguo il miglioramento e la perfezione. Ma sa anche che non mi abbatto se non la raggiungo. Insomma, esigente ma con giudizio.

Nei fatti potrei raggiungere i miei obiettivi solo parzialmente (dovete porvi obiettivi sfidanti), magari fare una sola foto invece che due. Magari le due foto non rappresentano il meglio del mio lavoro, magari non ne venderò 20 copie, magari non riuscirò a fare tutto in un anno.

Tuttavia ci sarà un momento, alla fine del periodo, in cui guarderò i risultati, se li ho raggiunti o no e come, e come questo impatta sui miei obiettivi per il periodo successivo.

 

 

 

 

Andiamo a vedere le tipologie di obiettivi.

o    Conoscenza: aumentare le proprie competenze. Con la fotografia digitale ci sono tanti tipi di conoscenza come le capacità di utilizzo del computer, la conoscenza dello stato dell’arte nella tecnologia (che non significa possedere l’ultimo prodotto ma conoscerlo, potendo così fare scelte intelligenti in caso di sostituzione di apparati), la conoscenza dell’uso di pacchetti applicativi (penso a Lightroom e Photoshop), la conoscenza delle tecnologie di stampa, la conoscenza delle tecniche di riprese (vi ricordate cos’è l’iperfocale? E il circolo di confusione? No, non è un gruppo di fotografi che discute della profondità di campo!). Conoscenza è anche studiare il lavoro di altri fotografi.

o    Tecnica: è l’applicazione (saper fare) delle conoscenza (sapere). Una cosa è leggere una è provare. Studiate pure l’iperfocale, ma poi sapete utilizzarla in pratica, con ripetibilità dei risultati? Questo è quello che differenzia quelli bravi dagli altri: la capacità di ottenere sempre gli stessi risultati di alto livello. Gli obiettivi tecnici richiedono di fotografare, perciò la formulazione è:”devo scattare così tanto e così spesso per imparare bene questo”.

o    Qualità: è un indicatore soggettivo e importante. Un indicatore di qualità è difficile da identificare ma, visto che la fotografia è un’arte visuale, si può andare per confronto. Se un vostro amico fotografo ammira un vostro lavoro, vedete se riuscite a farne uno che a lui piace ancora di più. Se siete stati ammessi ad un concorso di fotografia, la prossima volta puntate ai premi. Se 10 persone vi hanno chiesto una copia di una foto, fatene una che vi venga chiesta da 20 persone e così via. E’ ovvio che per migliorare tecnicamente ed esteticamente dovete sapere dove vi trovare. Una lettura dei miei articoli sul tema non può che aiutarvi.

o    Quantità: la cosa più facile, contare. Ed anche molto importante. Perché un professionista fa belle foto? Perchè scatta spesso. Come si arriva a esporre i propri lavori? Pratica, pratica e ancora pratica. Ricordate però che un obiettivo quantitativo deve sempre avere un obiettivo di qualità correlato. Mi spiego: se quest’anno ho scattato 100 foto non basta dire che l’anno prossimo ne scatterò 200. L’obiettivo formulato correttamente è: quest’anno ho scattato cinque foto vendibili, l’anno prossimo ne scatterò dieci. Oppure: sono stato ammesso a due concorsi, l’anno prossimo voglio essere ammesso a quattro concorsi.

Ovviamente alcuni obiettivi ricadono in più ambiti. Ci sono poi obiettivi “parziali”. Se le vostre foto sono a posto tecnicamente, dovete migliorare il lato emozionale mantenendo fisso il lato tecnico. La cosa importante è avere degli obiettivi.

Vi siete mai chiesti perchè fotografate? La risposta è diversa in base all’età e l’esperienza vissuta sia lavorativamente che socialmente. Da giovani si danno risposte filosofiche tipo “Voglio mostrare al mondo le schifezze che fa l’uomo” oppure “voglio comunicare le sensazioni che ho provato guardando questo posto”. Da adulti/maturi/vecchi si danno risposte diverse. Ma queste rappresentano la vostra visione. Come si legano gli obiettivi alla visione? La visione vi dice dove volete arrivare, gli obiettivi sono i passaggi intermedi per arrivarci.

 

 

Per essere utili gli obiettivi devono:

o    essere specifici: “Scattare due foto”. Un numero ben preciso. “Stamparle 33x48 cm”. Azione specifica con parametri ben definiti. “migliorare rispetto all’anno prima”. Questo non è molto specifico, il verbo migliorare deve essere quantificato meglio rilevando vari aspetti misurabili.

o    avere un limite temporale: ci vuole sempre. Se manca la scadenza vuol dire che la cosa non verrà mai fatta. Vi siete mai detti “Lo farò domani?” e domani non arriva mai e quella cosa non l’avete mai fatta.

o    essere misurabili: Ho fatto due foto? Le ho fatte nell’anno di riferimento? Le ho stampate 33x48 cm? Le ho stampate io o le ho fatte stampare ad un laboratorio? Ne ho vendute 20 copie? Al prezzo che pensavo inizialmente o l’ho dovuto abbassare? Sono riuscito a creare il mio miglior lavoro di sempre?

o    essere resi pubblici: non dire a nessuno i propri obiettivi significa non avere il coraggio del confronto. Se non raggiungete i vostri obiettivi non è una vergogna. Significa che dovete rivederli per l’anno dopo. Potreste aver pensato di raggiungere obiettivi troppo sfidanti per voi, potrebbero essere intervenuti fattori negativi esterni, potreste aver pensato che fosse più facile progredire. Ma tutto questo non può che aiutarvi nel vostro percorso.

o    essere ambiziosi: è importante porsi obiettivi sfidanti. E’ solo in questo caso che potete progredire. Se vi ponete l’obiettivo di alzarvi la mattina, che obiettivo è? Arriva da solo, senza sforzo, tutte le mattine. Ben pochi ottengono più di quanto si prefiggono. I migliori arrivano a quello che vogliono e vogliono di più che non il resto di noi. Se non avete obiettivi avrete solo frustrazioni per non aver raggiunto quello cui aspirate.

o    essere realistici: obiettivi sfidanti va bene, ma che siano raggiungibili o la frustrazione vi farà mollare.

o    essere valutati:alla fine del periodo (un anno, sei mesi o quello che volete) dovete vedere se avete raggiunto o meno i vostri obiettivi. E’ un test si/no che non comporta punizioni. Se avete raggiunto gli obiettivi, bravi. Forse li avete posti poco sfidanti e potete essere più ambiziosi. Se li avete raggiunti in parte, avete scelto degli obiettivi con il giusto grado di fidanza. Se non ce l’avete fatta, sapete che avete morso un boccone troppo grande e vi dovete impegnare di più (tempo ed energia) oppure porvi obiettivi meno sfidanti. In ogni caso avete salito un altro gradino.

 

Conclusioni

 

Cominciate a darvi qualche semplice obiettivo, che so, imparare i comandi di Lightroom in una settimana. Sceglietene un paio e cominciate il vostro percorso. Poi passate a qualcosa di più impegnativo, tipo inserire i metadati (parole chiave) in tutte le mie immagini entro la prossima estate. Alla fine avrete imparato un metodo, uno strumento che vi permetterà di salire i gradini del miglioramento uno ad uno.

 


©2008 Aristide Torrelli