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La qualità dei miei obiettivi

 


Sono sempre stato convinto che delle buone ottiche diano un bel contributo alla riuscita finale dell’immagine. Non è che non si possa lavorare con ottiche di livello inferiore ma quando si stampa dal 20x30 cm in su, ed io stampa quasi sempre 30x40 cm, le resa di un obiettivo diventa evidente. Ci sono tanti metodi per misurare la bontà di un obiettivo ma quello migliore, secondo me, rimane l’osservazione di stampa ricavate da immagini riprese con quegli obiettivi. E’ il metodo SQF, il fattore di qualità soggettivo, che consiste nel far vedere ad un certo numero di persone le stampe e chiedere un giudizio secondo una certa scala. Considerate che le stampe vengono fatte da immagini scattate con vari diaframmi e varie lunghezze focali, se parliamo di zoom.

 

SQF (Subjective Quality Factor) è una misura della nitidezza percepita di una immagine stampata. Include l’effetto di:

L’SQF fu presentato nell’articolo "An optical merit function (SQF), which correlates with subjective image judgments" di E. M. (Ed) Granger e K. N. Cupery della Eastman Kodak, pubblicato in Photographic Science and Engineering, Vol. 16, no. 3, May-June 1973, pp. 221-230. SQF è stato usato da Kodak e Polaroid per lo sviluppo dei loro prodotti.

Granger sviluppò l’SQF in modo che fosse linearmente proporzionale alla nitidezza percepita. Cinque punti di variazione nell’SQF corrispondono ad una variazione percepibile delle nitidezza. La rivista Popular Photography usa l’SQF da anni per valutare gli obiettivi. Utilizzano una scala non proprio lineare ma comunque molto valida.

 

A+

A

B+

B

C+

C

D

F

94-100

89-94

84-89

79-84

69-79

59-69

49-59

Under 49

 

Le valutazioni da A+ a F corrispondono ai voti del sistema scolastico americano. La sufficienza è D e il voto migliore è A+. Dovessi farla corrispondere ad una scala decimale direi:

 

A+

A

B+

B

C+

C

D

F

9/10

8/9

8

7/8

7

6/7

6

sotto 6

 

Fate attenzione ad un paio di cose:

Un obiettivo professionale, come la serie L di Canon, mi garantisce robustezza meccanica e comportamento piuttosto costante alle varie aperture di diaframma. Considerate che di solito la resa migliora chiudendo il diaframma (chiudendo il diaframma, viene corretta l’aberrazione sferica, che è l’elemento principale che riduce la nitidezza) ma quando fotografo non voglio pensare che devo diaframmare a 5,6 piuttosto che 8 per massimizzare il rendimento dell’ottica.

Il fattore SQF mi dice anche una cosa: un mezzo punto (in decimi) di differenza si vede su una stampa. Perciò questo è il motivo per cui dobbiamo acquistare buone lenti. Un sito che ci permette di farci un’idea della bontà di una lente è www.lensplay.com gestito da Bob Atkins. Se avete obiettivi diversi dai miei fateci un salto per farvi un’idea.

Vediamo ora le mie ottiche, considerando che le lenti dei kit Canon hanno una valutazione di 6 o 6,5, così come i vari zoom consumer (quelli che costano 200 o 300 €) e che mezzo punto di valutazione si vede sulle foto.

 

Marca

Modello

Valutazione

Canon

EF 17-40mm f/4L USM

8,8

Canon

EF-S 17-85mm f/4-5.6 IS USM

8

Canon

EF 24-105mm f/4L IS USM

9,3

Canon

EF-S 60mm f/2.8 USM Macro

9,4

Canon

EF 70-200mm f/4.0L USM

9,3

Canon

EF 85mm f/1.8 USM

9,3

Canon

EF 100mm f2.8 USM Macro

9,6

Canon

EF 100-400mm f/4.5-5.6L IS USM

8,9

Sigma

10-20mm f/4-5.6 EX DC HSM

8,7

Sigma

105mm f/2.8 EX DG Macro

9

 

Non ho più il Sigma 105 macro ma l’ho lasciato inserito per dimostrare che anche un obiettivo universale può avere ottima qualità.

Come vedete ho un corredo di ottima qualità. Possiamo disquisire che alcune ottiche hanno dei fratelli ancora migliori (il 16-35 f/2.8 è migliore del 17-40 f/4), ma  a questi livelli vale la pena di spendere il doppio per un miglioramento minimo o addirittura impercettibile? Se invece avete ottiche da 6,5 allora vi consiglio di investire. Un buon obiettivo rimane per sempre ed è un acquisto essenziale se volete avere stampe di elevata qualità. La vostra visione non deve essere mortificata da una resa tecnica men che eccellente.


©2008 Aristide Torrelli