Ma quanti pixel ci vogliono per avere la stessa resa della pellicola? La domanda non è poi così oziosa come può sembrare.
Considerate che la Canon EOS 1Ds Mark II (16,7 megapixel) e la Canon EOS 5D (12 megapixel) sono molto superiori alla pellicola 35 mm (il 24 x 36 classico), equivalenti o quasi alla resa del medio formato (4,5 x 6 cm oppure 6 x 6 cm). E le altre? La cosa mi ha interessato fin da quando (dicembre 2004) ho acquistato la mia prima reflex digitale, una Canon EOS 300D
E dopo l’acquisto, vista l’estrema comodità e superiorità operativa di una reflex digitale su una a pellicola, ho iniziato a chiedermi se il livello qualitative dei miei lavori sarebbe peggiorato o migliorato. Ho iniziato a documentarmi, a studiare ogni risorsa disponibile, a sperimentare e alla fine ho elaborato quello che state leggendo.
Anticipando le conclusioni, comunque, posso già dirvi che io ottengo con la mia reflex digitale delle stampe 35 x 50 cm che sono molto migliori di quanto ottenevo con la pellicola. E sono sempre stato un fanatico di obiettivi e camera oscura!
I capisaldi della qualità in digitale
Sono quattro i fattori fondamentali che contribuiscono alla qualità delle immagini generate da una fotocamera digitale
Risoluzione, con questo termine intendiamo la definizione apparente e il dettaglio visibile, valori correlate alla funzione di trasferimento della modulazione (MTF). Questa definizione è diversa da quella tradizionale che è il numero di megapixel o la risoluzione calcolata in linee/mm. Da questo punto di vista possiamo affermare che una reflex da 6 megapixel ha una risoluzione prossima ma non uguale a quella della pellicola 35 mm. Tuttavia la qualità generale d’immagine è uguale se non superiore alla pellicola grazie all’assenza di rumore (grana) e alla qualità del colore. Se poi prendiamo una reflex da 10 megapixel o più, magari a pieno fotogramma invece di APS-C, allora la pellicola viene superata.
Rumore/grana Il rumore in una reflex digitale è molto più basso che sulla pellicola. E’ praticamente nullo a 100 e 200 ISO, molto basso a 400 e 800 ISO e visibile a 1600 ISO o più. Anche le immagini realizzate a 1600 o 3200 ISO sono utilizzabili. Le compatte digitali, avendo un sensore più piccolo, hanno un rapporto segnale/rumore più basso, con rumore problematico già a 400 ISO.
Gamma dinamica La gamma dinamica può presentare problemi in presenza di forti luci, in scene molto contrastate. Questo perché i sensori delle digitali, a differenza della pellicola, non hanno una risposta alla luce che segue una curva ad “S”, con due ginocchia, uno nelle basse luci ed uno nelle alte luci. Quindi, nella pellicola, all’aumentare della luce, la densità non aumenta alla stessa maniera mantenendo i particolari nelle alte luci. Ad oggi solo Canon ha i suoi sensori che imitano una tale curva, gli altri (i sensori sono quasi tutti Sony) hanno un comportamento lineare nelle alte luci e questo spiegherebbe perché l’esposimetro delle Nikon tende a sottoesporre, salvaguardando così le alte luci ma costringendo gli utenti a del lavoro in post produzione per elevare la luminosità generale (avete mai sentito qualche nikonista affermare che “le foto gli vengono scure”?). Tuttavia queste differenze di comportamento non impediscono di ottenere eccellenti stampe da file digitali.
Qualità del colore In base alla mia esperienza posso dire che, se il prodotto finale è una stampa, il digitale è nettamente superiore alla pellicola. Sulle diapositive non posso dire altrettanto visti i sistemi di proiezione presenti oggi. D’altronde quanto dico è anche logico e dipende da perdite di qualità nel flusso di lavoro. Vediamo perché.
In digitale abbiamo
cattura digitale con sensori con filtro anti aliasing
interpolazione di Bayer (lo so, i sensori Foveon non ce l’hanno, ma io tendo a trascurare i Foveon anche se sono un componente di notevole interesse tecnologico. Ad oggi però li utilizza solo Sigma)
postproduzione, senza perdita ma anzi con guadagni notevoli
stampa con stampante ink jet ad alta qualità
Con la pellicola invece:
esposizione con una pellicola a strati sensibili ai colori RGB
sviluppo dove vengono generati i colori di ogni singolo strato
Se ci fermassimo qui, come per le diapositive, allora diremmo che la pellicola è in vantaggio. Ma il problema è che per ottenere una stampa dobbiamo
esporre della carta a colori attraverso un obiettivo, quello dell’ingranditore e
sviluppare la carta
Quindi è come eseguire nuovamente i passaggi 1 e 2!
Conclusioni
La Canon EOS 300D (6 megapixel) non ha la risoluzione di una pellicola scansita (ne ha circa l’80%) eppure la qualità percepita è la stessa, se non migliore, per l’assenza di grana e la pienezza dei colori.
Sul sito di Norman Koren ci sono molti articoli che spiegano nel dettaglio queste e altre cose, con abbondante uso di matematica. Fateci un salto, se l’inglese non vi spaventa.
Secondo Koren una digitale full frame con 8 megapixel avrebbe la stessa risoluzione della pellicola.
Attenzione però al fatto che la risoluzione non è l’unico fattore che influenza la qualità dell’immagine. Ricordate sempre l’assenza di rumore e la pienezza dei colori. Koren afferma, e io l’ho riscontrato nei miei lavori, che una 6 megapixel (lui la EOS 10D, io la EOS 300D) è equivalente alla pellicola su stampe fino al 35 x 50 e oltre. Ovviamente, in entrambi i casi si utilizzano ottiche di classe, treppiedi e trattamenti (chimici o digitali) di primordine.
©2006 Aristide Torrelli