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Come eliminare la polvere dal sensore di una reflex digitale

 


Cambiare obiettivi, specie in ambienti polverosi, può portare, dopo un certo tempo, alla presenza di polvere sul sensore. Ce ne accorgiamo perché l’immagine presenta macchie (punti) scure sulle zone uniformi, come ad esempio il cielo.

Ci sono tanti metodi per la pulizia del sensore, ma prima di esaminarli andiamo ad analizzare bene il problema.

 

 

Polvere e sensori

Tutti i sensori che esistono nelle macchine digitali, una volta alzato lo specchio e aperta la tendina, non sono in diretto contatto con l'ambiente. A otturatore aperto, in fondo alla fotocamera si vede il sensore, coperto da un vetro ottico finemente lavorato e supertrasparente, il filtro anti-aliasing. Questo filtro ha il compito di "sfocare" leggermente l'immagine che arriva al sensore per evitare effetti come il moire o di errata ricostruzione dei colori. E’, in effetti, un filtro passa - basso, indicato in figura come low-pass filter 1.

 

 

Gruppo sensore Canon, con il dispositivo di pulizia a vibrazione

 

Il filtro anti-aliasing, quindi,  si interpone fisicamente tra il sensore e l'ambiente esterno, ed è su di lui che la polvere si va a depositare. Il filtro è fatto di niobato di litio, un materiale che sulla scala di Mohs è al livello 5. Per rigarlo, cioè, occorre una punta d’acciaio. Insomma, non è così delicato come si pensa comunemente.

La polvere è presente in qualsiasi ambiente, fatte salve le camere bianche, locali estremamente puliti ove, per esempio, vengono prodotti i chip elettronici, gli hard disc, medicinali o prodotti ad altissimo grado di purezza.
La polvere altro non è che un insieme di minuscoli corpuscoli, talmente leggeri che anche una minima corrente d'aria li fa volare. Questi corpuscoli possono essere completamente secchi o, peggio, impregnati di liquidi.
Quello che succede con la macchina fotografica è che, durante il cambio della lente, anche se stiamo attentissimi, un po' di polvere finisce dentro la fotocamera. Allo scatto successivo, lo spostamento d'aria prodotto dallo specchio che si alza e dalla tendina che si apre mette in movimento i corpuscoli i quali finiscono sul filtro anti-aliasing.

Se la polvere è secca, alcuni colpi dati con una peretta sono sufficienti a staccarla dal sensore, ma se è mescolata a sostanze viscose la cosa si complica. A causa della superficie estremamente liscia del filtro anti-aliasing il corpuscolo umido aderisce come una ventosa e c’è  bisogno di più forza di quella generata dal getto d'aria della peretta. E qui nasce il problema. Dunque, quali possibilità ci sono? Consideriamo quanto segue: la polvere è sul filtro anti-aliasing, il quale è di vetro ottico, non più fragile di un qualsiasi sottile pezzo di vetro. Sicuramente è meno fragile del rivestimento multistrato di un filtro che puliamo tutti i giorni senza problemi. E come qualsiasi pezzo di vetro può essere pulito con successo a patto di usare una tecnica appropriata e grande attenzione. Vediamo,perciò, cosa NON fare e alcuni metodi per fare.

 

 

Cosa non usare mai per pulire il sensore
 

  

 

Vari metodi di pulizia del sensore

La prima possibilità, come dicevamo, è di inviare la fotocamera all’assistenza. Vi costerà 30/50 € e due o tre settimane di attesa senza fotocamera. Inoltre è probabile che vi torni con meno polvere ma non totalmente pulito. Allora?

 

 

Il perettone

 

Il mitico perettone!

 

Canon raccomanda di usare un perettone tenuto a distanza dal sensore, all’altezza del bocchettone porta ottica. Questo perché si ritiene di poter eliminare la polvere soffiando aria sul sensore. In realtà, in questo modo, si ridistribuisce la polvere all’interno del box specchio, non la si elimina e, di solito, si finisce con ancora più polvere sul sensore. Il vantaggio è che non si rischia di rovinare la fotocamera: se l’otturatore si chiude, il perettone è ben al di fuori della sua portata.

Non usate aria compressa per questa operazione. Molte bombolette utilizzano dei gas come propellente, altre dei liquidi ed entrambe queste cose possono lasciare dei residui sul sensore.

 

 

L’aspirapolvere

 

L'aspirapolvere 

 

Esiste un sistema che, tramite aria compressa, permette di aspirare la polvere dal sensore. Per i miei gusti è un po’ costoso (circa 70€) anche se un mio amico che lo usa mi dice che funziona bene.

 

 

Metanolo e spatole

 

Esistono in commercio alcuni liquidi e alcune spatole specifiche per la pulizia del sensore. L'accoppiata spatole/metanolo è funzionale, ma prevede l'acquisto di un flacone di metanolo puro al 99.999%. Le spatole, inutili senza il metanolo, sono carissime: ci vogliono circa 50 dollari per 12 spatole monouso. Inoltre bisogna fare attenzione alla quantità di metanolo che si usa. Collocarne più di un paio di gocce sulla spatola (mai direttamente sul sensore) potrebbe portare l'eccesso di liquido dietro al filtro anti-aliasing a diretto contatto con il sensore vero e proprio con effetti disastrosi. Infatti, di solito, il pacco sensore-filtro non è sigillato. Questa tecnica è consigliata sia da Olympus che da Kodak e viene utilizzata con successo anche su corpi Canon e Nikon. È consigliabile quando esiste polvere incollatissima o quando si bagna il filtro anti-aliasing (con pioggia o neve nel cambio lente) per eliminare l'alone che immancabilmente si forma.

 

Le spatole 

Il metanolo


 

 

 
Il pennello
 

Nella stragrande maggioranza dei casi, per pulire il sensore è sufficiente un pennello acrilico caricato elettrostaticamente. Questa è una tecnica che ho copiato da un'azienda americana la quale vende un pennello da 5 Euro e un manuale di istruzioni per 140 dollari + spese di spedizione. Alcuni hanno anche aggiunto delle lenti per vedere bene Delkin Sensor Scopela polvere (e chiedono anche di più)!

 

Lentino luminoso 

Il sistema è semplice e geniale. Visto che il filtro anti-aliasing non è così fragile come si dice comunemente, si carica un pennello di elettricità statica e lo si  passa sul filtro anti-aliasing. La polvere verrà  raccolta e si fisserà alle setole del pennello. L'azione è più efficace della pompetta perché meccanicamente più incisiva e può rimuovere anche i corpuscoli umidi, ma senza essere pericolosa per il filtro anti-aliasing. Inoltre non prevede liquidi. Il pennello deve essere acrilico, altrimenti non si carica staticamente, e morbidissimo, per scongiurare il remoto rischio di graffiare il filtro (e farci stare un po' più sereni). Il pennello deve essere a forma di spatola, non rotondo, con le setole di almeno 2 cm di lunghezza per mantenersi soffice e flessibile, e della larghezza del sensore, o di un millimetro o due di più (sensore APS-C circa 15 mm, full frame circa 24mm). Deve essere assolutamente privo di colla, con le setole trattenute in sede per schiacciamento del canotto metallico che lo unisce al manico. Il manico deve essere di legno o plastica, che non si scheggi e perda dei frammenti. Molti pennelli per uso cosmetico e quelli di ottima qualità per pittura sono così. I pennelli da pittura hanno, di solito, le setole incollate tra di loro con un leggero collante solubile in acqua calda. Vanno lavati per bene con acqua calda e sapone..

Pennello 

 

Come preparare il pennello


Scelto il pennello, come da consigli qui sopra, dobbiamo assicurarci che non ci sia colla tra le setole. Si fa così: si prende un filtro UV multistrato e lo si pulisce alla perfezione. Appoggiamo il filtro su un panno nero e spennelliamo il filtro avanti e indietro una decina di volte. Osserviamo il filtro in luce radente. Se il pennello è privo di colla, non vedremo nulla. Invece, se nelle setole si trova della colla, sul filtro rimarranno striature parallele alle pennellate che abbiamo dato. In questo caso laviamo il pennello con dello shampoo neutro e acqua corrente. Lasciamo asciugare bene e ripetiamo il test del filtro. Se ancora persistono rigature, altro lavaggio e altro test. Si può arrivare anche a 5-6 lavaggi prima di eliminare completamente la colla. Ma se il pennello è di ottima qualità, di quelli che arrivano allo scaffale sigillati singolarmente, probabilmente non ci sarà segno di colla già dal primo tentativo.
Fatto ciò il pennello è pronto. Ricordiamoci di non toccarlo mai con le dita. Se succede per errore ripetiamo un ciclo di lavaggio.

 

Caricare elettrostaticamente 

Pulizia del sensore 

 
Come pulire il sensore con il pennello

Per pulire il sensore serve:

Se volete sapere se il vostro sensore è pulito fate così:

Attenzione che le avete rilevate diaframmando a f/22. A f/8 potrebbero non essere assolutamente visibili perciò non esagerate nelle preoccupazione. Io fotografo con reflex digitali da 5 anni e ho pulito i sensori meno di 10 volte in totale. Se calcolate che oggi ho due reflex e ne ho avuto altre tre, capite bene che un po’ di manutenzione basta e avanza e che il problema non è poi così grande.

 

Sensore sporco 

 

Valutata la polvere, rimuoviamo l'ottica, assicuriamoci di avere la batteria cariche e mettiamo la macchina in modalità Pulizia Sensore. Lo specchio si alza e rimane alzato e la tendina si apre e rimane aperta, scoprendo il filtro anti-aliasing con dietro il sensore.
Prendiamo il pennello e spariamoci contro aria compressa dalla peretta prestando attenzione ad investire con il getto tutta la superficie del pennello da un lato e dall'altro, ruotando lentamente il pennello davanti al getto. Investiamo bene tutto il pennello con il getto d'aria. Questa operazione dovrà durare circa 15 secondi e caricherà il pennello elettrostaticamente. Inoltre lo pulirà da eventuali residui rimasti intrappolati tra le setole.
Con un movimento fermo, passiamo il pennello sul filtro anti-aliasing da destra a sinistra una volta sola, con una passata uniforme.

Spariamo aria nuovamente sul pennello.
Di nuovo con movimento fermo, spennelliamo, stavolta nell'altro verso.
Ripetiamo un'altra volta il procedimento.


A questo punto spegniamo la macchina per chiudere tendina e specchio, rimontiamo l'ottica e ripetiamo la foto di test. Analizzandola dovremmo vedere la polvere decisamente ridotta, se non del tutto scomparsa. Se ce ne fosse ancora ripetiamo l'operazione appena descritta. Se dopo 2 o 3 tentativi alcuni granelli rimangono ancora visibili (generalmente rimangono nella stessa posizione) significa che sono molto incollati e per rimuoverli è necessario usare il sistema umido prima descritto. Ma, a meno di situazioni particolari, il pennello risolve il problema polvere.

 

Sensore pulito 

 

Attenzione che non è necessario rimuovere ogni più piccolo granello visibile ad f/22. Se anche ci riusciste, nel giro di un giorno o due avreste di nuovo un po’ di polvere sul sensore e comunque sulle stampe non sono così visibili. Nel caso, uno o due punti sono eliminabili con Photoshop!

 

 

Conclusioni

 

La polvere sul sensore è un problema ma non così grande come si potrebbe pensare. Alcune piccole operazioni e sarà un semplice ricordo. Se poi avete una reflex di ultima generazione, una di quelle con il dispositivo di pulizia a vibrazione del sensore, dovete preoccuparvi ancora meno.

 


©2008 Aristide Torrelli