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Il mirino della reflex


Il mirino è l'interfaccia utente della fotocamera. Fin dall'inizio della storia della fotografia, il metodo utilizzato per "prendere la mira" e mostrare l'immagine all'operatore è stato ciò che ha discriminato tra le varie categorie di fotocamera.

Telemetro, a pozzetto, view camera, sono delle distinzioni tra fotocamere che si basano sul tipo di mirino utilizzato. Noi andremo ad analizzare il mirino a specchio di una reflex monobiettivo, una delle parti meno conosciute di una fotocamera ed anche una delle più maltrattate dai costruttori quando si tratta di economizzare: sulle compatte hanno tolto il mirino ottico, sulle reflex economiche si usano pentamirror a specchi invece di pentaprismi a cristallo ottico e li si fanno anche a copertura inferiore del 100% o con ingrandimenti risibili.

Ma andiamo con ordine.

 

 

Un po' di nomenclatura

 

Definiamo alcuni termini correlati ai mirini ed il loro significato. Se per voi sono cose conosciute, pazientate: non tutti hanno la vostra cultura. Non ci credete? E come pensate che i costruttori riescano a far passare tante limitazioni? Un consumatore istruito è un consumatore pericoloso perchè sa discriminare e scegliere con cura.

 

 

Il mirino della EOS 5D


 

Immaginiamo che la reflex abbia un mirino con ingrandimento 0,7X. Questo significa che la reflex, con un 50 mm montato e focheggiato all'infinito, fa apparire gli oggetti il 70%  (0,7X) della dimensione che vediamo ad occhio nudo. 0,5X significa la metà, 0,9X significa nove decimi. Reflex migliori hanno ingrandimenti maggiori.

Per quanto detto, l'ingrandimento determina anche la dimensione relativa dei mirini: uno a basso ingrandimento è più piccolo di uno ad alto ingrandimento. Se portiamo una reflex con mirino a basso ingrandimento ad un occhio ed un'altra con mirino ad alto ingrandimento all'altro occhio ce ne accorgiamo subito.

La dimensione del mirino viene di solito taciuta dai costruttori, oppure fornita con numeri non confrontabili tra marche diverse. La dimensione del mirino è un fattore chiave per l'usabilità di una reflex: più grande è, meglio è.

Poichè la misura viene fatta usando un obiettivo a focale fissa, dobbiamo tener conto della dimensione del sensore per confrontare i risultati (dobbiamo avere lo stesso campo inquadrato). Perciò, nella tabella più in basso, trovate alcune reflex con un numero tra parentesi: è l'ingrandimento corretto con il fattore di crop del sensore (1,5 per Nikon, 1,6 per Canon).

Potete notare come la 7D e la D300 hanno dei mirini praticamente uguali e che quello della 1Ds mark III è più grande. Lo potete vedere anche nell'illustrazione che segue:

 

Dimensioni di alcuni mirini

 

Immaginate un grande quadrato, il nostro soggetto su un sensore quadrato, per comodità diviso in 100 quadratini, 10 su ogni lato. La misura lineare è 10 x 10 quadratini, la misura di area è 100 quadratini.

Adesso immaginiamo che il nostro mirino non è grande 10 x 10 quadratini ma 8 x 8. La copertura di area è 64 quadratini (64%), la copertura lineare è 80% (8 quadratini invece di 10). Insomma, questo mirino quanto copre, il 64%, l'80% o cosa?

Perciò, se un produttore dice che il suo mirino copre il 92% ed un altro dice che copre il 95%, come possiamo confrontarli tra loro? Parlano di copertura lineare o di area?

Ovviamente tutto vorremmo avere una copereura del 100%, non certo del 50% o del 70%. Tuttavia non è così' semplice.

 

Oculare della Nikon D3

 

 

 

Pentaprisma della 5D Il pentaprisma della Sony A900 è molto pronunciato

 

Schema di funzionamento di un pentaprisma (in grigio le facce rese riflettenti). Schema di funzionamento di un pentaprisma a tetto (in grigio la faccia resa riflettente).

 

 

Il pentaprisma è un prisma ottico a cinque facce, quattro delle quali sono interessate dal percorso della luce: due sono le superfici di ingresso ed uscita, due sono i piani di riflessione; questi ultimi sono resi riflettenti, poiché l'angolo di incidenza troppo piccolo (inferiore all'angolo critico) impedisce di sfruttare la proprietà di riflessione totale. Il pentaprisma produce un'immagine diritta sia in senso orizzontale (non invertita destra-sinistra) che verticale.

Il cosiddetto pentaprisma a tetto è quello che si usa nelle reflex. In esso l'immagine è invertita orizzontalmente poiché una faccia riflettente è stata suddivisa in due superfici reciprocamente perpendicolari. Queste non devono essere rese riflettenti, perché si ha già riflessione totale. E' impiegato nel mirino delle reflex perché, come dicevamo, permette di vedere l'immagine riflessa dallo specchio senza che risulti capovolta o invertita destra-sinistra (l'inversione orizzontale introdotta dal pentaprisma a tetto compensa quella già presente nell'immagine riflessa dallo specchio mobile). È un sistema adoperato nelle reflexdi fascia media o alta; nelle macchine di fascia bassa è sostituito da un più economico pentaspecchio che, pur avendo identico principio di funzionamento, fornisce immagini meno luminose.

Una caratteristica del pentaprisma è che l'angolo dei raggi di luce in uscita è sempre 90° rispetto all'angolo di quelli in entrata, questo componente ottico è quindi insensibile alle variazioni di altezza nel montaggio.

 

Un pentaspecchio a tetto contiene 3 specchi. E' usato nelle reflex più economiche al posto del pentaprisma ed ha lo stesso compito, permettere di vedere l'immagine senza che risulti capovolta o invertita. L'immagine è di qualità inferiore e meno luminosa rispetto ad un pentaprisma.

 

E' una parte (oggi in plastica, una volta di vetro molato) su cui viene proiettata l'immagine virtuale. Sullo schermo sono riportati, ad esempio, i punti dell'autofocus. Alcune reflex hanno lo schermo di messa a fuoco intercambiabile con altri aventi ausili diversi come ad esempio griglie di ausilio alla composizione.

 


 
Uno spaccato di una reflex con il percorso della luce.
Lo schermo è quel componente piano sopra lo specchio.

 

 

 

 

No, tutto non si può avere

Ma se volessi un oculare con copertura del 100% e ingrandimento 1X, magari luminosissimo e in cui posso guardare da 30 mm? No, non si può. I mirini migliori sono costosi e poi alcuni parametri sono in contrapposizione con altri. Ad esempio, maggiore è la copertura, minore l'ingrandimento.

C'è dell'ironia in questo: mirini con copertura al 100% devono avere ingrandimento ridotto per poterci far stare le informazioni della fotocamera. Ovviamente, ingrandimento inferiore  significa che sono più piccoli e quindi facilmente osservabili con l'occhio lontano dall'oculare (eyepoint alto), altra contrapposizione tra ingrandimento e eyepoint. Anche una estrema luminosità non è facile da realizzare mantenendo una buona capacità di far vedere le zone a fuoco e quelle sfocate. Sugli schermi luminosi tutto sembra a fuoco, specie con i grandangolari. I vecchi vetri smerigliati erano un buon ausilio per la messa a fuoco quando erano smerigliati a grana grossa. Tuttavia la smerigliatura a grana grossa significava mirino poco luminoso. Oggi si usano molto gli schermi luminosi perché è molto diffuso l'autofocus e quindi l'occhio non è di alcun aiuto.

 

Esempi

Ecco alcuni esempi di fotocamere di oggi e di ieri. Sono tutti mirini a pentaprisma, escluso quello della Nikon D5000 che è un pentaspecchio.

Fotocamera Ingrandimento Copertura Correzione diottrica Eyepoint
Contax RTSIII 0.74X 100% -3 a +1 alto
Leica R9 0.75X 96% verticale, 97% orizzontale -2 a +2 alto
Canon EOS-1V 0.72X 100% -3 a +1 alto (20mm)
Nikon F5 0.75X 100% C'è ma non ho trovato i valori alto (20.5mm)
Nikon D300s * 0.94X (0,62X) 100% -2 a +1 19,5 mm
Nikon D700 0.72X 95% -3 a +1 18 mm
Nikon D3 0.70X 100% -3 a +1 18 mm
Nikon D5000 * 0.78X (0,52X) 95% -1,7 a +1 17.9 mm
Canon 7D * 1X (0,62X) 100% -3 a +1 22 mm
Canon 5D Mark II 0.71X 98% -3 a +1 21 mm
Canon 1Ds Mark III 0.76X 100% -3 a +1 20 mm
Canon 50D * 0.95X (0,60X) 95% -3 a +1 22 mm
Pentax ME Super 0.95X 92% Solo con lentini opzionali alto
Olympus OM-4T 0.84X 97% -3 to +1 alto

* fotocamere con sensore APS-C: l'ingrandimento va diviso per il fattore di crop per poterlo confrontare con una full frame (24 x 36 mm) essendo calcolato utilizzando un obiettivo da 50 mm di focale messo a fuoco all'infinito.

Osserviamo la tabella per notare come il mirino della ME Super, pur non avendo una copertura del 100% ma solo del 92%, offriva un ingrandimento di 0.95X. Ogni volta che guardo nel mirino della mia ME Super, acquistata nel 1982, rimpiango di non averlo anche se quello della 5D non è male per niente (98% di copertura e 0,71X).

Osserviamo, invece, la Nikon D5000. E' sicuramente un ottimo prodotto, una reflex entry level di ultima generazione, molto migliore di quelle di cinque anni fa (e più economica). A fronte di una copertura del 95%, non male, ha un ingrandimento di solo 0,52X (quello reale), il che vuol dire vedere il mirino come in fondo ad un tunnel, piccolo e lontano. E' poco più di un dispositivo di puntamento.

Una volta (anni 80) si diceva che una copertura del 92% andava benissimo perché corrispondeva alla superficie di una diapositiva intelaiata. Peccato che non più del 2% o 3% di materiale venduto fosse slide!. E poi, se è un vantaggio avere il 92% di copertura, perché tutte le macchine professionali hanno il 100%? Ma non erano i professionisti che usavano le diapositive?

Insomma, i costruttori ci inondano di specifiche ma noi non siamo in grado di capirle e, conseguentemente, di scegliere una reflex con un buon mirino. Badate che molte reflex digitali di oggi hanno un mirino peggiore delle loro nonne analogiche di 25 anni fa.

 

Consigli

Dovendo scegliere una reflex giudicandola solo dal mirino, cosa dovremmo guardare?

 

Conclusione

Ricordate che il mirino è l'interfaccia utente più importante in una reflex. Se vi piace guardare il mondo attraverso quel mirino allora scatterete molte foto migliori. Il costruttore ha interesse a tenervi all'oscuro delle differenze tra un buon mirino ed uno mediocre ma voi non potete scattare bene se non potete vedere il soggetto o se il mirino vi da solo un'idea approssimativa di quanto registrerà.


©2010 Aristide Torrelli