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L’istogramma


La gamma dinamica
 

Secondo me il miglior strumento oggi disponibile sulle macchine fotografiche è l’istogramma. Probabilmente è pure il meno conosciuto e/o usato. Cerchiamo di svelarne i misteri.

L’istogramma è disponibile su praticamente ogni fotocamera, dalla compatta punta e scatta alla digitale medio formato, e di solito è visualizzato sul display posteriore. Inoltre, alcune fotocamere, permettono di scegliere l’istogramma della sola luminosità o con i tre canali RGB separati.

 

L’esposimetro del 21° secolo

Ho l’abitudine di guardare sempre il display lcd della mia macchina fotografica dopo quasi ogni scatto. Perchè? Non certo per controllare l’inquadratura ma per verificare l’istogramma RGB che c’è sul display.

 

 

 
L’immagine non è certamente il massimo dal punto di vista estetico ma serve bene al nostro scopo. L’istogramma di quest’immagine mostra una distribuzione di circa 3 / 4 diaframmi. Tutti i valori stanno comodamente nella gamma tonale del sensore (circa 7 f/stop)

Un esposimetro a luce riflessa, come quelli delle fotocamere, lavora considerando il soggetto di una tonalità uniforme, un grigio con riflettenza al 18%. Quando il valore medio della scena è simile a questo grigio, allora la lettura è perfetta. Ma se il soggetto è moto chiaro o molto scuro? L’esposimetro si inganna e allora abbiamo neve grigia, non bianca, oppure un pneumatico grigio, non nero.

Si tratta di compromessi. D’altronde nella realtà non  esiste l’esposizione perfetta, solo l’esposizione appropriate, cioè quella che mette i valori tonali della scena nell’intervallo che il sensore può riprendere senza problemi.

 

Gamma Tonale

Il sensore ha una capacità di registrare intervalli di luminosità di circa 7 f/stop, più o meno come le pellicole negative. Mostra però anche una idiosincrasia alla sovraesposizione come le diapositive.

Per cui dobbiamo stare attenti a riprendere tutto l’intervallo di luminosità senza bruciare le alte luci e senza tappare le ombre.

Tuttavia, per comodità, ipotizziamo una capacità del sensore di 5 f/stop (ogni f/stop in più raddoppia la luce che entra, ogni f/stop in meno dimezza la luce che entra).

Ipotizziamo inoltre di utilizzare la ripresa con file jpg, sempre per comodità didattica.

Allora avremo file dove il valore 0 è il nero assoluto, 255 il bianco assoluto e 128 il grigio medio al 18%. Perciò, e qui entra in gioco l’istogramma, se tutta la scena è tra 0 e 255, allora siamo a cavallo. Dividiamo l’intervallo 0 – 255 in 5 zone (i 5 f/stop di sopra, ricordate?) da circa 50 pixel l’uno (5 x 50 = 250, tralasciamo i 6 bit che avanzano).

 

L’istogramma

L’istogramma è un grafico che ci mostra tutti I livelli di luminosità contenuti nella scena e dove si collocano nelle 5 zone. I livelli di luminosità sono sulle ascisse, quanti pixel hanno un dato livello di luminosità sono sulle ordinate. La divisione dell’istogramma in 5 sezioni è una cosa che Canon fa sulle sue reflex digitali.

Le 5 zone potremmo chiamarle: molto scuro, scuro, medio, chiaro, molto chiaro.

   


Perciò l’istogramma ci fornisce in un solo momento la valutazione di una scena, se stiamo sotto o sovresponendo, che tipo di scena stiamo riprendendo (low key, high key), se è opportune correggere l’esposizione. La cosa bella è che l’istogramma è uno strumento analogico, come un orologio che, con uno sguardo, ci fornisce tutte le informazioni che ci servono.

 

Esiste un istogramma “giusto”?

No, gli istogrammi rappresentano la scena ripresa e come tali non sono né giusti né sbagliati. Vediamo un paio di esempi.

  

  

  

In questa immagine notturna l’istogramma mostra che tutti i dati riguardano aree scure, come peraltro ci attendevamo. La cosa importante è che a sinistra l’istogramma non tocchi il bordo. Quindi non abbiamo sottoesposizione e il sensore ha catturato tutta la gamma tonale della scena.

 

 

 

Questa immagine è praticamente l’opposto: la scena ha molte aree chiare e, quindi, l’istogramma è spostato a destra. L’unica cosa che è da capire e la linea all’estrema destra. Questa linea indica un sovraesposizione e bisogna capire in quale zona è e se influenza l’immagine. In realtà la zona sovresposta è una zona verso l’alto con neve bianchissima e quindi non ci sono problemi per l’immagine.

 

Istogramma RGB

Su alcune macchine esiste la possibilità di utilizzare un istogramma RGB, cioè che mostra 3 diverse curve, una per il rosso, una per il verde e una per il blu. Qual è l’utilità rispetto all’istogramma di sola luminosità? Provate a vedere la gamma dinamica non solo sulla luminosità ma anche sui singoli colori: se fotografate una rosa rossa potete avere l’istogramma della luminosità nei limiti eppure aver bruciato il canale rosso. E’ qui che si vede l’utilità dell’istogramma RGB.

Se non l’avete il consiglio è di sottoesporre di ½ o 1 diaframma in caso di soggetti di colore uniforme che riempiono il mirino.

 In conclusione vi consiglio di usare l’istogramma. E’ un’invenzione pari a quella dell’esposimetro, anzi, forse è

l’esposimetro del 21° secolo!


©2006 Aristide Torrelli