Home ] Bio ] I link ] Gallerie ] Tutorial ] Contattami ] Miscellanea ] Pubblicazioni ] Cartoline ]

Il vostro pubblico


Nel mese di novembre 2009 ho “esposto” virtualmente, sul sito http://www.FotografiaFineArt.it, una serie (20) di mie fotografie, a voi certamente ben note.

Le immagini sono queste:

 

Descrizione

 

Voti

Descrizione

 

Voti

Golden Gate nella nebbia - San Francisco

108

Castel Sant'Angelo - Roma

98

Orrido aretino - Arezzo

92

Terme - Budapest

86

Padiglione d'oro - Kyoto

68

Riflessi giapponesi - Kyoto

55

Grand Canyon of the Yellowstone

47

Cody - Wyoming

38

Riflessi di Yosemite

31

Fienile nel Teton - Wyoming

29

Badlands 2 - South Dakota

29

Half Dome - Yosemite

26

Snake River Overlook - Wyoming

23

Acqua - Roma

19

Riflessi - Yosemite

16

Bisonte all'abbeverata - Wyoming

15

Bisonte e Grand Teton - Wyoming

15

Devil's Tower- Wyoming

14

Badlands 1 - South Dakota

12

El Capitan - Yosemite

9

 

A parte i commenti (Come sempre affascinanti!!, Aristide, la tua arte appassiona e affascina, Non sapevo fossi un fotografo così bravo!), è interessante notare la classifica di gradimento da parte dei visitatori che è scaturita dai voti dati alle varie foto. E’ sempre importante cercare di capire i gusti del nostro pubblico, per poter meglio apprezzare il feeling con loro. Non ditemi che non scattate per un pubblico perché non ci credo. Ognuno di noi lo fa, nel momento stesso in cui preme il pulsante di scatto. Ma io scatto per me stesso, sento dal fondo. Poco credibile, ma va bene. Si tratta comunque di una pubblico di una persona, minima ma sempre un pubblico! Approfondiamo il discorso del pubblico. In effetti il concetto stesso di pubblico è difficile da digerire per un fotografo, figurarsi definire il proprio pubblico e poi trovarlo.

 

Chi è il tuo pubblico?

La maggior parte dei fotografi studia da solo, ma anche chi frequenta una scuola viene valutato su aspetti tecnici ed estetici e non se le sue fotografie incontrano i “bisogni” di un pubblico specifico.

L’obiezione più frequente che si sente è che fotografano per se stessi e non hanno bisogno di mostrare a chicchessia il loro lavoro. Vogliono solo migliorare per divertirsi a creare immagini sempre più belle. Il confine lo si attraversa quando si vuole mostrare il proprio lavoro a qualcuno. Si passa dall’essere il proprio pubblico ad averne uno, quello formato dalle persone a cui mostrate le immagini. Se non volete un pubblico non dovete mostrare le vostre immagini.

In realtà tutti noi vogliamo mostrare il nostro lavoro ad altri, magari solo a parenti e amici. Insomma, avere un pubblico è un aspetto ineludibile di un’attività artistica.

Allora ci siamo, fine del problema. Magari. Una volta accettato che abbiamo bisogno di un pubblico, dobbiamo accettare di sceglierne uno ben specifico. Molti dicono che il loro pubblico è composta da quelli interessati nelle loro immagini. Bene, ma poiché possono scegliere le immagini da riprendere, non a tutti interesseranno proprio quelle. Solo chi ha interesse in quel genere di fotografie le guarderà con attenzione, dedicandogli il giusto tempo per capirne il significato, il messaggio. Gli altri le guarderanno di sfuggita e basta. Che cosa voglio dire? Che se non ponete il vostro lavoro davanti ad un pubblico interessata, non riceverete una risposta valida cioè una risposta data da persone che hanno speso il tempo necessario per guardare il vostro lavoro e cercare di capirlo.

Alcuni credono che basti un’occhiata veloce per capire un’immagine. Non è vero. Aspettatevi di utilizzare lo stesso tempo che dedichereste ad un saggio come quello che state leggendo o un libro. Si tratta solo di leggere in maniera differente. Parole e frasi in un libro, metafore visuali e posizionamento di oggetti e colori in una immagine. Per farlo ci vogliono tempo e conoscenze così come apprezzare un libro richiede tempo e conoscenza di lingua e letteratura. Solo quelli che hanno la conoscenza, il tempo e l’interesse apprezzeranno il vostro lavoro. Ecco il vostro pubblico. A questo punto avremo un debito con loro. Loro ci hanno dedicato tempo, attenzione, pazienza, sforzo per comprendere. Noi cosa possiamo fare? Dobbiamo dar loro il meglio che possiamo nella creazione di immagini. In questo modo creiamo un circolo virtuoso che ci spinge a migliorare continuamente e ad alzare il livello qualitativo delle nostre immagini. Se rompiamo questo accordo non scritto, lasceremo il debito insoluto e la nostra pubblico ci abbandonerà.

Questo non vuol dire vendersi, fare quello che altri vogliono. Non vogliamo far piacere al nostro pubblico per una forma di vanità o per vendere loro delle opere. Il fatto è che non esistono artisti di successo che lavorano di nascosto, soli, e poi mostrano la loro opera al mondo, senza spiegarne il significato e il processo creativo. Un pubblico serve per creare un dialogo sulla propria arte. Ci si vende in questo modo? Non credo. In realtà il discorso del vendersi è legato alla negazione della necessità di un pubblico, al non voler capire che un atto artistico mette in scena due elementi, l’artista e il suo pubblico. Un pubblico serve per progredire perché questo ci da una spinta a migliorare il nostro lavoro. Se vendiamo le nostre immagini per vivere, senza un pubblico che le compra, come faremmo a continuare a fare il lavoro che vogliamo?

Noi creiamo arte (scriviamo, fotografiamo, dipingiamo, scolpiamo, componiamo musica…) perché vogliamo un responso dagli altri, da quelli interessati in quel che facciamo.

Certo, trovare il proprio pubblico è difficile, così difficile che alcuni non ne trovano uno adeguato e devono convivere con un pubblico piccolo o contrario o che non può comprare il loro lavoro. Di solito succede perché non ci si è sforzati abbastanza per raggiungere il proprio pubblico, non si è tentato di iniziare una discussione. Un artista deve cercare una risposta. Attenzione, cercare non volere. Ogni artista vuole una risposta ma troppi pensano che questa risposta arriverà da sola, senza fare niente. Sfortunatamente non è così. La risposta la si deve cercare e per farlo si deve porre il proprio lavoro di fronte ad un pubblico interessato alle nostre opere.

 

 

Sanjusangendo, un pubblico molto esigente!

 

Come trovare il proprio pubblico

Il procedimento è semplice: mostrate il vostro lavoro e troverete il vostro pubblico.

Mostrando il lavoro, infatti, definite sia il soggetto che l’approccio. Non si può fotografare tutto e le mostre, di solito, si fanno con immagini appartenenti ad un filone, una categoria. Una mostra è il passo finale di un progetto.

Anche il titolo della mostra è importante, così come il luogo. Si va dalla strada ad una fiera, una galleria, un museo, un negozio, un sito web e così via. Bisogna anche prestare attenzione alle pubblicazioni stampate come libri o riviste, oppure a media elettronici come siti web o documenti pdf.

Insomma, il soggetto, il luogo, la promozione che fate della vostra mostra (ed altri dettagli connessi) attirerà un pubblico specifico... Se la mostra viene tenuta in una galleria, aspettatevi il pubblico dei frequentatori abituali di questa galleria.

  

Conclusione

Dovete buttarvi nella mischia e mostrare il vostro lavoro, ascoltare i commenti delle altre persone e, se vendete il vostro lavoro, riuscire a venderlo  o meno. Non ci sono altri modi per raggiungere un pubblico. Avete la scelta del luogo ma dovete mostrare il vostro lavoro, nessuno verrà a casa vostra a chiedervelo, fatevene una ragione.


©2010 Aristide Torrelli