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I concorsi fotografici



L’antefatto

C’è una relazione tra le analisi critiche delle fotografie e i concorsi fotografici, una relazione che porta a interessanti osservazioni. C’è anche una relazione tra la visione (uffa, ancora la visione) e il concorso. Così come l’analisi di una stampa (fatta da un esperto) è un modo per capire dove ci troviamo nel percorso per sviluppare la nostra visione, un concorso è un modo per rendersi conto di dove siamo nell’esprimere la nostra visione e mostrarla agli altri. Attenzione, ci sono molti punti da non sottovalutare in una critica di un concorso, quali ad esempio la differenza tra fatti e opinioni, l’importanza dell’illuminazione sotto la quale si osserva una stampa, la differenza tra criticare una immagine a video o su carta e così continuando.


Che cos’è un concorso fotografico?
Un concorso fotografico è un evento in cui delle fotografie vengono proposte per poterle valutare e assegnare un punteggio. A valle dell’assegnazione del punteggio, i partecipanti sono classificati in base al punteggio ottenuto e il primo, o i primi, premiati. Ci sono concorsi a tema libero e concorsi a tema obbligato, divisioni per categorie di vario tipo (natura, animali, street photography …) o addirittura per età dei partecipanti ma questo non ci interessa per quanto sto per dire. Quel che conta è la definizione di concorso fotografico data sopra. L’obiettivo di un concorso è di trovare le proposte migliori. L’intento è certamente ottimo, i risultati, molto spesso, lo sono meno a causa di una serie di limitazioni che riguardano le competizioni artistiche.


Vincere o imparare?
La prima cosa da definire prima di iscriversi ad un concorso è il vostro obiettivo. Volete che le vostre fotografie siano analizzate e criticate? Volete misurare la vostra abilità rispetto ad altri fotografi? Volete sapere dove vi trovate nel vostro processo di apprendimento? Volete guadagnarvi un po’ di fama (locale, nazionale, internazionale)?
Definire l’obiettivo vi aiuterà a decidere come approcciare il processo di critica delle vostre immagini ed anche cosa volete ottenere da questo processo. Dovete anche decidere se volete vincere un premio che potete aggiungere al curriculum e non semplicemente capire dove vi trovate nel vostro viaggio fotografico.


L’immagine migliore in assoluto o la migliore delle peggiori?
I concorsi, per loro stessa natura, hanno un numero finito di partecipanti. Il vincitore è ovviamente quello, tra i partecipanti, considerato il migliore. Questo va bene se i partecipanti sono di livello mondiale perché permette al vincitore di capire come si colloca tra i fotografi noti. Ma se non lo sono? Se sono solo così così? Il vincitore pensa di essere bravo ma in realtà è solo il migliore dei così così se non addirittura il migliore dei peggiori, se i lavori sono di livello basso!
Ho visto lavori di fotografi che hanno vinto numerosi premi ed il loro lavoro era mediocre e con numerosi difetti tecnici e artistici. Ho anche visto lavori di fotografi che non hanno vinto, ma il loro livello era superiore a quelli che quel concorso hanno vinto. E queste cose le ho dette loro in faccia. Mai mentire se vogliamo aiutare qualcuno a migliorare. In questi casi le bugie pietose fanno solo del male a medio e lungo termine.


Qual è il livello della competizione?
Il punto precedente fa emergere la domanda: con chi state competendo? Contro fotografi che hanno un’abilità pari alla vostra? Con fotografi palesemente superiori (o inferiori)? E’ facile per un professionista stagionato vincere contro un principiante. Se è così, allora non c’è da vergognarsi di perdere contro uno che ha una esperienza molto più grande della vostra. In modo simile, non c’è gloria nel vincere contro persone che hanno un livello molto inferiore al vostro. Per queste ragioni è importante considerare il livello della competizione quando valutate la portata della vostra vittoria (o sconfitta). In ogni competizione il valore della vittoria è proporzionale al livello dei competitori. Vincere contro competitori di livello più basso significa molto meno che non vincere contro dei vostri pari livello. Il fine, in fondo, è quello di capire quanto siete bravi e se siete i migliori dei migliori o i migliori dei peggiori.


Arte non è competizione
In ogni caso, indipendentemente dal livello della competizione, fate attenzione: l’arte non è un’attività competitiva come può essere uno sport. Decidere il vincitore, in arte, non è cosa chiara. Non c’è traguardo, cronometro, un pallone, una rete, un qualche tipo di misura (più o meno) oggettiva che ci faccia decidere chi ha vinto e chi è arrivato secondo. Decidere il vincitore, in arte, è una faccenda di opinioni. Giudici differenti molto spesso scelgono vincitori differenti. La difficoltà sta nel fatto che scegliere il vincitore dipende dal gusto personale, i propri concetti di giusto e sbagliato e mi piace o non mi piace di specifici movimenti artistici, approcci, stili o addirittura visioni. Questo processo sembra avere senso finché si parla di dilettanti ma quando mettiamo professionisti contro professionisti cade miseramente a pezzi. Se in una competizione aveste Ansel Adams contro Edward Weston, chi premiereste? La situazione diventa ancora più interessante se ci mettiamo il soggetto preferito. Aggiungiamo Cartier Bresson ai concorrenti. Ora non dovete solo decidere chi è il migliore tra Adams, Weston e Bresson, ma anche se preferite paesaggi, nudi o street photography. Buona fortuna!
Queste critiche possono essere estese ad ogni mezzo artistico. Prendete la pittura ed immaginate un concorso dove ci sono Picasso, Dalì e Monet tra i concorrenti. Che fate? Chi è il migliore e chi il peggiore? Quanti punti date a ognuno? Per cosa?
Insomma, è chiaro che il processo di giudizio utilizzato nei concorsi non funzione se si tenta di applicarlo ad artisti riconosciuti e non a principianti. Non può uscirne nulla di buono se non le preferenze personali ed opinioni dei giudici.


C’è un tempo per la competizione
C’è un tempo, nel proprio percorso fotografico, per la competizione ma, dopo un certo punto, le competizioni non sono più utili. Questo punto è quando il fotografo comincia ad esprimere la sua visione personale ed acquisisce il suo stile. A quel punto, specie se la visione e lo stile di quel fotografo sono unici, partecipare a dei concorsi gli farà più male che bene. I giudici cercano ciò che loro sanno essere buono e se il vostro stile è nuovo, loro non sapranno se è buono o cattivo e perciò molto facilmente lo rigetteranno.


Commenti e punteggi non vanno d’accordo

Un altro problema con i concorsi è la differenza che si nota tra i punteggi e i commenti dei giudici. Non sempre gli uni rispecchiano gli altri! I commenti possono essere più positivi del punteggio (o viceversa) e questo ingenera domande nella mente dei concorrenti sul valore dei commenti, dei punteggi o entrambi. I giudici talvolta tentano di ammorbidire l’impatto dei loro commenti e dei punteggi dicendo che questi riflettono le loro opinioni personali e che alla fine è l’artista che deve decidere se il suo lavoro merita o no. In sostanza dicono di non considerare i loro giudizi perché, in fondo, non significano nulla. Hanno un compito difficile: o si assumono la responsabilità completa di quel che dicono o corrono il rischio di dare dei segnali misti, che confondono sia l’artista che il pubblico sul valore del lavoro che stanno giudicando.

Serata giuria di un fotoclub (GFCR, 2011)


I giudici
Dovete anche essere realistici su quel che vi aspettate da un concorso fotografico. Aspettarsi critiche dettagliate o punteggi “giusti” quando valutano anche 50 fotografie in un’ora è irrealistico.
A volte io faccio delle analisi critiche di fotografie (stampate) per chi me lo chiede (ovviamente a pagamento) e in un’ora riesco a valutare circa cinque immagini. Sembrano poche ma vi garantisco che analizzare un’immagine non è semplice e veloce, anche se siete bravi. Meno tempo significherebbe minor qualità. Perciò aspettarsi attenzione ed una valutazione dettagliata da un giudice di un concorso fotografico che guarda la vostra stampa per uno o due minuti è, come dire, naïf. Tutto ciò che potete aspettarvi è se il vostro lavoro piace ai giudici o meno.


Conclusioni
Lo scopo di questo articolo è quello di presentare le mie idee sui concorsi fotografici, non cambiare quel mondo. Personalmente la mia opinione è di stare lontano dai concorsi o almeno limitare la propria partecipazione, tenendo sempre a mente le controindicazioni che ho evidenziato. Se proprio volete competere allora praticate qualche sport agonistico, dove l’obiettivo è quello di decidere chi vince e chi perde. L’arte ha uno scopo differente, quello di esprimere una risposta emotiva ad un soggetto, non di dimostrare la propria superiorità nei confronti di altri concorrenti.
Per approfondire il discorso della risposta emotive, leggete il mio libro Vedere, Comporre, Fotografare: l'arte di esprimere se stessi.


L’arte può darvi grossi premi quando la vedete dal punto di vista di visione e creatività. Quando invece viene approcciata come una competizione allora può essere frustrante. E se avete partecipato a qualche concorso potete ben testimoniarlo. L’arte non è vincere, l’arte è espressione di se stessi e la vittoria consiste nel riuscire a farlo. Il successo non è superare gli altri ma superare se stessi.


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©2015 Aristide Torrelli