Aristide Torrelli, fotografo fine art
Il mondo attraverso i miei obiettivi: luce, tecnica e visione

Otto dritte per avere immagini perfettamente nitide in ogni occasione



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Il problema più comune che ho visto nelle immagini altrui è, di gran lunga, la scarsa nitidezza. Talvolta le immagini sono talmente sfocate che chiunque se ne può accorgere. Alter volte, invece, le foto sono discretamente nitide ma non sono così incise e chiare come potrebbero. Può essere difficile per un fotografo imparare a ottenere immagini perfettamente nitide perché non esiste una sola regola ben precisa. Ci sono almeno otto (sì, otto) errori che possono farci produrre immagini non nitide. Eccoli.

1 Messa a fuoco non corretta
Questa è la causa principale delle foto poco nitide, lo dico dopo decenni di fotografia e dopo aver visto migliaia di immagini, di altri ma anche mie. Eh si, perché anch’io, a volte, sbaglio la messa a fuoco. Ma come, l’AF non è perfetto? Magari. Lui mette a fuoco, ma non sempre dove vogliamo noi. Per esempio, se noi non scegliamo il punto di messa a fuoco sull’occhio del soggetto ma lasciamo scegliere la fotocamera, questa magari userà un altro punto e metterà a fuoco la spalla o il naso o la fronte o l’orecchio… Questo vale ancor di più per quelli che non hanno ancora imparato a muovere a loro piacimento il punto di messa a fuoco. Un altro problema deriva dall’utilizzo della tecnica di messa a fuoco e ricomposizione. Mi spiego. Voi volete fotografare un soggetto che non è al centro del fotogramma, è decentrato. Allora che fate? Spostate la fotocamera, mettete a fuoco con il punto centrale, rispostate la fotocamera e scattate, sempre tenendo premuto il pulsante di scatto. Usate questo sistema perché su molte reflex, specie entry level, ci sono pochi punti di messa a fuoco e la maggior parte è al centro del fotogramma. Il problema? Con poca profondità di campo, questa tecnica vi fa mettere a fuoco un soggetto più lontano del centro del fotogramma e quindi vi fa sfocare la foto.

Differenti piani di messa a fuoco

Per chi mastica l’inglese, andate a leggervi questo articolo. Questa immagine viene dall’articolo ed è molto istruttiva per comprendere il problema.
Insomma, se avete abbastanza punti di AF, usate quello opportuno. Altrimenti una bella messa a fuoco manuale sarà quel che vi serve.

2 Non aver eseguito lo sharpening sull’immagine
Come ho detto migliaia di volte a parole e per iscritto, nessuna foto è nitida come dovrebbe, quando esce dal sensore. Di solito, infatti, si applica uno sharpening via software se scattate in RAW, mediante le impostazioni della fotocamera se scattate in JPG. Ricordate che ci sono tre tipi di sharpening: ingresso, uscita e creativo. Quello di ingresso (input) serve a recuperare la perdita di nitidezza dovuta al filtro passa basso davanti al sensore. Di solito viene applicato automaticamente dal software di gestione (Lightroom nel mio caso). Quello di output (uscita) serve a recuperare la (futura) perdita di nitidezza dovuta alla stampa o alla visualizzazione (si, si perde nitidezza nelle operazioni di “uscita”). Anzi, lo sharpening di output deve essere applicator con una forza tanto maggiore quanto più grande è la stampa. Tanto per dire, se stessi stampando una foto 50x75 cm, userei questi parametri per lo sharpening in Photoshop (o equivalenti in LR): Filter>Unsharp Mask: Amount 100, radius 2,3. Se la stampa fosse un 10x15 o un 13x18, userei: Amount 50, radius 1,7. Bisogna stare attenti a non applicare troppo sharpening, ma la giusta quantità da risultati incredibili.

3 Movimento della fotocamera
Lo sfocato a causa della fotocamera è semplicemente dovuto alla fotocamera stessa che viene mossa durante lo scatto. La causa più frequente è il modo in cui molti fotografi “premono” il pulsante di scatto. Delicatezza, ragazzi! Non è un chiodo da martellare in profondità. Prendete un bel respiro, premete delicatamente il pulsante di scatto e fate uscire il fiato. Un’altra causa è l’utilizzo di un tempo di scatto troppo lento per poter tenere la fotocamera in mano senza avere il mosso. Usate un buon treppiede perché nessuno può tenere le mani perfettamente ferme. Provate a impostare un tempo di scatto abbastanza veloce. Una vecchia regola (leggi questo mio articolo) è quella di usare un tempo di 1/lunghezza focale dell’ottica in uso. Attenti che se usate una APS-C dovete moltiplicare la focale per 1,5 o 1,6 o il tempo sarebbe comunque troppo lento. Potete anche usare ottiche con stabilizzazione d’immagine (IS per Canon, VR per Nikon, OIS per Panasonic …). Tutto questo comunque funziona per il movimento della fotocamera, non se a muoversi è il soggetto.

4 Movimento del soggetto
Questa è semplice da capire. Se usate un tempo di otturazione troppo lento per il movimento che avviene nella scena, la foto verrà sfocata. Se state fotografando uno sport, ad esempio il calcio, probabilmente userete tempi di almeno 1/1000 di secondo per congelare il movimento, per un ritratto basterà 1/125 s. Perciò usate un tempo sufficientemente rapido per la vostra situazione. Ricordate in ogni caso che il tempo di scatto è un controllo creativo e molto dipende anche dall’effetto che volete ottenere. Perché se volete dare l’impressione di movimento, forse userete un tempo “lento” che, sfocando opportunamente alcune parti dell’immagine, darà la sensazione di movimento. Pensate a un corso d’acqua fotografato con un tempo lento. L’acqua diventa come seta, dando una sensazione di fluire.

5 Bassa qualità dell’ottica
Tutti abbiamo cominciato la nostra avventura nella fotografia con ottiche poco costose. Poi, se le nostre finanze lo hanno permesso, siamo passati a ottiche più costose e di qualità superiore. E’ chiaro che se non abbiamo queste ottiche professionali, stupendamente incise e cristalline, dobbiamo inventarci qualcosa. Due dritte veloci veloci per ottenere immagini nitidissime anche da ottiche economiche:
1 – non usatele agli estremi delle aperture di diaframma. Esempio: se la vostra ottica apre al Massimo a f/5,6 fotografate a 8 cioè chiudete il diaframma di almeno uno stop. Di solito le aperture di diaframma a cui le ottiche non professionali sono più nitide stanno uno o due diaframmi più chiusi rispetto all’apertura massima.
2 – non usate l’ottica agli estremi dell’escursione focale. Se avete un 18-55, non usatelo a 18 o a 55, usate le focali intermedie.
Ogni ottica è differente dall’altra e ha I suoi punti di forza tuttavia queste due semplici regole saranno di grande aiuto.

6 Profondità di campo troppo piccola
Ai fotografi ritrattisti si insegna sempre di usare una scarsa profondità di campo, per avere un delizioso sfocato (bokeh) come sfondo dell’immagine. Ed è una buona cosa, senonché molti fotografi esagerano! Se usate diaframmi molto aperti, come f/2,8, con teleobiettivo di almeno 100 mm di focale e siete vicini al soggetto (uno o due metri), la profondità di campo sarà veramente minima, Potreste avere a fuoco gli occhi mentre le orecchie (o il naso) sono sfocate. Perciò prestate molta attenzione e, se necessario, chiudete un po’ di più, in modo da avere il volto tutto a fuoco e lo sfondo comunque sfocato. Queste cose sono bene note ai fotografi di matrimonio o eventi simili. Invece, nelle foto degli altri è facile trovare che non tutte le persone presenti nella foto sono a fuoco. Che fare? Mettete sempre a fuoco la persona davanti a tutte in un gruppo. Per le coppie, mettete a fuoco la persona più vicina alla fotocamera. Poi chiudete il diaframma di uno stop in più rispetto a quel che fareste di solito, per dare più profondità di campo..

7 Correzione diottrica non regolata
Il correttore delle diottrie è una piccolo rotellina che si trova vicino al mirino della vostra reflex. Serve a eseguire piccole correzioni alla messa a fuoco di quel che si vede nel mirino, adattandolo ai difetti del vostro occhio. La regolazione diottrica NON INFLUENZA l’immagine che è registrata dal sensore ma solo quella che vedete attraverso il mirino (e i numeri che ci sono intorno). Perché è importante? Perché così vedrete nel mirino esattamente quanto ben messa a fuoco è la vostra immagine. Se la regolazione non è ben eseguita, avrete l’immagine a fuoco sul sensore ma la vedrete sfocata nel mirino. Provate a lavorare per un po’ senza le diottrie ben regolate, con il mirino sfocato, e poi mi direte.

Il correttore diottrico di una Canon EOS

Perciò la prossima volta che prenderete la vostra fotocamera, cercate quella piccola rotellina alla destra del mirino. Magari non l’avete notata prima ma c’è. Guardate nel mirino e regolate le diottrie per leggere bene tutti i numeri che ci sono dentro. Muovete la rotellina a destra o sinistra finché i punti di messa a fuoco e altre informazioni presenti nel mirino sono perfettamente nitidi. Per una migliore regolazione, togliete l’ottica e puntate il corpo della fotocamera verso una sorgente luminosa diffusa, tipo una finestra con una tenda chiara. In questo modo potete concentrarvi sullo schermo di messa a fuoco, cioè la superficie dove la fotocamera proietta l’immagine che state fotografando. I correttori diottrici, solitamente, permettono aggiustamenti tra +1 e -3 diottrie. L’impostazione standard è -1 diottria (messa a fuoco a 1 metro). Canon consiglia di fare la regolazione con gli occhiali, visto che uno dovrebbe portarli sempre. Io, che li porto solo per leggere, regolo senza gli occhiali, anche se ho poi problemi nel guardare il display posteriore, per il quale devo indossare gli occhiali. Mi sa che in futuro metterò sempre gli occhiali per fotografare! Ricordate comunque che l’occhio ha una capacità di compensazione incredibile per i soggetti che non sono perfettamente a fuoco ma sono lì lì. Perciò ripetete un paio di volte il processo di regolazione per essere perfettamente sicuri. Se avete ruotato la rotellina fino a uno dei suoi limiti e lo schermo non è ancora a fuoco, avete la necessità di aggiungere una piccola lente sull’oculare, in modo da potere aggiustare le diottrie. Le lenti permettono aggiustamenti da +4 a -7 diottrie. Vi serve di più? Forse è meglio che teniate gli occhiali!

8 Mettete gli occhiali
E questo che c’entra? C’entra, c’entra, lo dicevo prima. Vi racconto una cosa. Qualche anno fa mi trovavo su un campo di calcio a fare delle riprese video a dei calciatori in erba. Usavo il 100-400 sulla mia 5D Mark II e scattavo anche delle foto. Poiché il correttore diottrico era ben regolato, quando staccavo gli occhi dal mirino per fare i video (utilizzavo il display posteriore, ovviamente), vedevo tutto sfocato. Non volevo rimettere gli occhiali per mettere a fuoco perché avrei dovuto toglierli quando avessi nuovamente inquadrato per le foto dal mirino. Mi sono fidato della macchina. Peccato che per il video non funzionasse l’AF e quindi mi sono trovato con una serie di video tutti sfocati. Certo, possiamo trovare tanti motivi per cui io ho sbagliato e proprio questa è la lezione. Si può sbagliare, sempre. State perciò sempre in guardia e lavorate con calma. E se li portate, usate gli occhiali!




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